IGINO PANZINO | INTERVISTA ZERO
Parole
…le parole che liberamente affiorano nella mente quando si lavora, e quelle che servirebbero poi a restituirle per iscritto, sono separate da una distanza enorme. Per queste ultime ci vuole sapienza e competenza. Per mia fortuna, alla testardaggine di rendere in forma scritta alcune idee che mi passano per la testa quando mi dedico ai miei lavori, è arrivato in aiuto un amico…
Seguendo quel suo consiglio ho preso le parole che a volte sento girare nel mio studio e nella mia testa – quelle dell’indice di questo libro* – le ho infilzate, e le ho appese. Come carte moschicide. E ho aspettato che qualcosa del pulviscolo vagante nell’aria vi restasse attaccato. Sperando anche che quelle parole, esposte con tanta evidenza, traessero da sé una qualche potenza e, soprattutto, una loro forza magnetica capace di attirare riflessioni, ricordi, dubbi e stupori. E questi, incollandosi alle parole, ripulissero l’aria circostante**.
* Vivente; Adornos; Fossi; Tatto; Vista; Ritratto; Grammatica; Attrezzi; Linea; Pittura; Ispirazione; Paesaggio (n.d.r.)
** Tullio Pericoli, “Arte a parte”, Adelphi Edizioni, 2021
Quali sono le parole che affiorano nella tua mente (e nel tuo studio) quando lavori?
consapevolezza
distacco
funzione
sintesi
relazione
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1 | Qual è l’idea (teorica e/o formale) al centro della tua ricerca artistica?
L’idea che l’arte sia essenzialmente speculazione sul linguaggio.
2 | Da quanto tempo lavori con questa idea e perché?
Da sempre, perché non ho ancora trovato niente di più “convincentemente” centrale nella mia ricerca.
3 | Il mezzo espressivo e i materiali che utilizzi nella tua ricerca, quali questioni -concettuali e tecniche- ti portano ad affrontare?
I materiali sono sempre fungibili, la loro varietà aiuta a declinare le diverse possibilità, i diversi indirizzi offerti dall’esplorazione del linguaggio, l’analisi delle diverse figure retoriche che lo animano.
4 | Descrivi il processo di lavoro con cui realizzi le tue opere e l’esperienza da cui ha origine.
I miei lavori sono, per la maggior parte dei casi, frutto di una manualità artigianale esibita, in altri casi nascono dal rifiuto di questa manualità, da una maggiore attenzione verso il loro aspetto concettuale.
5 | Definiresti questo processo un “metodo progettuale”? Perché?
Più che di un vero e proprio “metodo progettuale”, parlerei di un atteggiamento analitico razionale, delle volte anche intuitivo-deduttivo.
6 | Che importanza riveste la progettualità nel tuo lavoro?
Nel mio lavoro è costante un atteggiamento critico verso il concetto totalizzante della progettualità, mi interessa molto guardare gli scarti, il contrasto tra progetto e casualità.
7 | Che rilevanza hanno, e come influiscono, nella tua produzione, le pratiche di tipo collaborativo?
In diversi casi ho realizzato dei lavori in collaborazione con degli studi di architettura, credo che questo genere di lavoro possa rappresentare un importante sbocco verso l’arte pubblica, una via d’uscita dal momento pandemico che stiamo vivendo.
8 | Parlaci del momento in cui consideri un’opera o un progetto“finiti”.
Quando penso che aggiungerci altro sarebbe inutile, se non dannoso.
9 | Qual è l’opera più rappresentativa del tuo percorso artistico? Per quali ragioni?
Il mio lavoro ha spaziato in diverse direzioni, dovrei indicare un’opera per ciascuna di queste, ma non saprei farlo.
10 | Qual è l’opera incompiuta più significativa nel tuo percorso artistico? Che valore ha assunto questa esperienza nella tua ricerca e per il tuo metodo di lavoro?
Avrei un intero catalogo di opere più che incompiute progettate e mai realizzate (prima o poi ci farò una mostra), sono lavori che faccio per mantenere un sano contatto con l’utopia.
11 | In che modo la tua produzione artistica si relaziona con il contemporaneo (in termini di idee, linguaggi, metodi, strumenti) e si proietta verso il futuro?
Il mio lavoro vorrebbe significare che anche le visioni utopistiche (come dicevo) devono far parte del contemporaneo, nonostante l’attuale invadenza delle così diffuse visioni distopiche.
12 | Secondo te, oggi, la creazione/produzione artistica tout court, con quale questione/ problema/ domanda non può fare a meno di confrontarsi?
Bisogna continuare ad interrogarsi sulle mutazioni delle funzioni dell’arte e del compito sociale degli artisti, senza dimenticare che occuparsi di linguaggio significa occuparsi di un aspetto particolare della realtà, non significa rimanerne fuori.
Igino Panzino | Intervista Zero
a cura di Eleonora Angiolini e Laura Vittoria Cherchi