Antonio Secci – Intervista Zero

● Agenda

ANTONIO SECCI | INTERVISTA ZERO

Premessa: è molto difficile rispondere alle domande dell’intervista, soprattutto per quanto riguarda l’ispirazione artistica. Il mistero della creatività è difficile – se non impossibile – da svelare a parole.

1 | Qual è l’idea (teorica e/o formale) al centro della tua ricerca artistica?
Una visione di ricerca teorica esistenziale, essenziale, mai appagata, ponendo tanta energia nella sua conflittualità.

2 | Da quanto tempo lavori con questa idea e perché?
Penso da sempre. Il perché? Questa è una mia esigenza.

3 | Il mezzo espressivo e i materiali che utilizzi nella tua ricerca, quali questioni-concettuali e tecniche ti portano ad affrontare?
In una mia vecchia tecnica degli anni 60/70, per le mie composizioni usavo lamine di metallo: alluminio, ottone e rame che, spezzettate e poi ricomposte su fondo monocromo, fungevano da colore. La tecnica è sempre in tandem con l’idea.

4 | Descrivi il processo di lavoro con cui realizzi le tue opere e l’esperienza da cui ha origine.
L’origine può essere metafisica. Involontariamente ho sempre praticato tecniche lente.
I materiali sono sempre frammentati e poi ricomposti.

5 | Definiresti questo processo un “metodo progettuale”? Perché?
La lentezza è un metodo di riflessione. È attraverso essa che si può capire il concetto, dal più sintetico al più complesso.

6 | Che importanza riveste la progettualità nel tuo lavoro?
È il punto di partenza da cui scaturiscono le prospettive più diverse.

7 | Che rilevanza hanno, e come influiscono, nella tua produzione, le pratiche di tipo collaborativo?
Il mio è sempre stato un viaggio solitario. Paradossalmente in gioventù ho collaborato con grandi: Crippa, Fontana, ecc.; loro mi hanno aiutato a trovare la mia strada.

8 | Parlaci del momento in cui consideri un’opera o un progetto“finiti”.
Anche quando il progetto è già ben delineato, è l’ultimo colore che decide tutto.

9 | Qual è l’opera più rappresentativa del tuo percorso artistico? Per quali ragioni?
È sicuramente lo squarcio, da non confondere con il taglio dell’amico Fontana.
Il mio lavoro è l’esatto contrario; la mia superfice non è mai tagliata, ma costruita lentamente da frammenti, creando squarci per una visione di speranza.

10 | Qual è l’opera incompiuta più significativa nel tuo percorso artistico?Che valore ha assunto questa esperienza nella tua ricerca e per il tuo metodo di lavoro?
In un mondo mobile è difficile affermare che si è raggiunto l’obiettivo.
Dall’incompiutezza è possibile trovare la chiave della propria soluzione e della chiarezza.

11 | In che modo la tua produzione artistica si relaziona con il contemporaneo (in termini di idee, linguaggi, metodi, strumenti) e si proietta verso il futuro?
La mia vita è fatta prevalentemente di relazioni per capire meglio il mondo che ci circonda. Non ci può essere altro approccio che relazionarsi, cosi anche il proprio operato si adegua. Ci si può proiettare nel futuro solo se nel proprio momento storico si dà un impulso positivo verso il futuro.

12 | Secondo te, oggi, la creazione/produzione artistica tout court, con quale questione/ problema/ domanda non può fare a meno di confrontarsi?
Dal confrontarsi e relazionarsi si possono trovare risposte a tutte le domande.

 

Antonio Secci | Intervista Zero
a cura di Eleonora Angiolini e Laura Vittoria Cherchi